sabato 11 febbraio 2012

Omaggio a Giorgio Geppetto Manganelli

Il primo post...
Mi manca il coraggio.
Qui, di fronte a me,
la botola.
Infilo le dita nello spazietto impolverato per afferrare la maniglia.
E' rigida, fredda, ma è paurosamente leggera. Il coperchio viene via. Quasi non vedeva l'ora di farsi aprire.
Non potrò più tirarmi indietro.
Se la apro, è fatta.

Un po' di paura, ci sta.
Vedo uno spiraglio nero, ho in mano il coperchio. Cavolo se mi tremano le gambe.
Vorrei un aiuto per iniziare il mio web-viaggio.
I poeti antichi chiedevano aiuto agli dei per farsi ispirare di fronte all'impresa "eroica" di scrivere. Poi, agli eroi, facevano accadere le peggio cose mentre il loro culo era seduto al calduccio. Comodo fare il poeta... vai a fare Ettore trascinato sotto le mura! Comunque, gli dei funzionavano, perché poi i poeti non avevano paura e riuscivano nell'impresa.
I bambocci invece, - ed è il tuo caso, Piccola - quando hanno paura del buio si raggomitolano sotto le coperte, chiudono gli occhi e stringono un orsacchiotto. Che lì per lì sembra un'àncora di salvezza in quella notte nera. Poi, però, il peloso bastardo li lascia sempre da soli a sconfiggere i mostri nei loro sogni terribili... bell'aiuto l'orsetto!

Io sono Piccola. E un po' bamboccia.
E porterò un libro-pupazzo, a farmi coraggio dentro quel buco nero.
Un burattino compagno di avventure, un libro compagno di letture.
Pinocchio: un libro parallelo di Giorgio Manganelli.

La sua mano e le sue parole hanno spazzato la terra davanti a me, rivelandomi...la botola.
Entrare con questo libro di Manganelli sotto braccio è il mio omaggio a quella sua fantasia sul modo di leggere i libri: sotto la forma apparente di uno sportello nel pavimento, la parola-botola porta il lettore a scoprire infiniti cunicoli di senso.
Nel testo le botole sono tante quante sono le parole. Ma le parole bisogna imparare ad aprirle.
E Giorgio, lettore di Pinocchio prima ancora che scrittore del suo Pinocchio parallelo, si presenta così in questo libro:

"Questa sorta di commentatore
non parlerà delle parole che si leggono,
ma di tutte quelle che vi si nascondono
giacché ogni parola è stata scritta in un certo punto
per nascondere altre, innumerevoli parole."
(G. Manganelli, Pinocchio: un libro parallelo, Milano, Adelphi, 2002, p.18)


Grazie Giorgio per averci ricordato questo fantastico modo di leggere. Fregandocene dell'autore.

"[...] direi che le parole hanno tutti i sensi meno quell'unico che eventualmente qualcuno abbia cercato di "mettervi". E se nessuno ha cercato di mettervi alcun senso la situazione avrà solo questo di meglio, che non ci sarà l'inutile perdita di tempo di riaccompagnare alla porta il senso che, essendovi stato messo, ne va scacciato come un ubriaco molesto"
(G. Manganelli, Pinocchio: un libro parallelo, Milano, Adelphi, 2002, p.44)

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